Plastica nel Mediterraneo: un grosso pericolo per le specie marine

Plastica nel Mediterraneo: un grosso pericolo per le specie marine

Vi siete mai chiesti per quale motivo i pesci mangiano la plastica? La spiegazione è molto più semplice di quanto crediate. Secondo uno studio americano pubblicato sulla rivista Proceeding of the Royal Society B, l’odore della plastica, mescolato con l’acqua salata, è molto simile al krill.

Secondo questo studio, tra le oltre 50 specie esaminate che si nutrono di plastica, il team di lavoro ha preso in esame l’acciuga, proponendole due diversi tipi di plastica: una pulita e una che era stata ammollo nell’oceano. Così facendo hanno scoperto che le acciughe che si nutrono solo di microplastiche al sapore di mare sono attratte dal loro odore. A ingannare il pesce non è la plastica in sé, ma la patina di alghe e altro materiale biologico che avvolge i detriti nel mare e li fa profumare come cibo.

Proprio per questo motivo le specie marine, attirate dall’odore, scambiano la plastica per cibo. Inizialmente gli scienziati credevano che i pesci mangiassero le microparticelle di plastica in modo accidentale, ma in seguito a questo studio è emerso che il problema è molto più grave.

Le tartarughe marine, invece, scelgono le prede attraverso la vista. Ecco spiegato il motivo per cui all’interno dello stomaco di questo animale si trovano sia meduse che sacchetti di plastica e palloncini. Hanno tutte più o meno lo stesso aspetto.

Ahimè, questi risultati possono avere una connotazione negativa anche per l’intera catena alimentare umana. Secondo uno studio effettuato dall’Università di Ghent in Belgio mangiare frutti di mare comporta l’ingerimento di piccoli pezzi di plastica, presenti nei tessuti dell’animale.

Ma, scendendo nei particolari, di quali sostanze contenute nella plastica dovrebbe aver paura l’essere umano?

  1. Bisfenolo A, un composto che si utilizza per la produzione di materiali plastici, come imballaggi, e favorisce l’obesità.
  2. Il Triclosan, che si trova in piccole parti nei giocattoli, interagisce direttamente con il funzionamento degli ormoni maschili.

In poche parole, la presenza di plastica nei pesci non è più solo un problema per l’ambiente e gli ecosistemi ma diventa anche un grosso problema anche per gli esseri umani. Se non vogliamo peggiorare la situazione è giunto il momento di ridurre l’utilizzo della plastica e provare a salvaguardare l’ambiente. Prima che sia troppo tardi…