Inquinamento da plastica in mare, è possibile conoscere la reale situazione in cui ci troviamo? Basta sapere che, per ogni chilometro quadrato di acqua salata ci sono 46mila micro particelle di plastica in sospensione e che, ogni anno, il materiale plastico rilasciato dai pescatori sul fondale cresce di circa 15 chilometri. Un vero e proprio tappeto velenoso che, oltre a soffocare i pesci e ad avvolgerli in una stretta micidiale, può essere pericoloso anche per gli esseri umani. Provate voi a liberarvi da queste matasse. Credeteci, non è di certo un’impresa facile!
Il manto plastico in questione è, generalmente, formato da pezzi di filo che ogni singolo anno i pescatori perdono in mare o tagliano, perché incagliato. Con il tempo, questa materia plastica cresce fino a formare veri e propri recinti.
Come ricorda l’Unesco, il fragile equilibrio della vita nell’ecosistema marino sta subendo danni forse irreparabili. Bisogna capire che il mare è una risorsa preziosa da tutelare e che, come tale, deve essere preservata con comportamenti corretti. Ma cosa fare nel nostro piccolo? Beh, applicare per il cosiddetto Principio delle 4R:
- Ridurre, optando per prodotti con meno imballaggi, borse in stoffa e batterie;
- Riusare, utilizzando il vuoto a rendere o il vetro al posto della plastica;
- Riciclare, selezionando i rifiuti e adottando la raccolta differenziata;
- Recuperare gli oggetti e utilizzarli in una funzione diversa da quella originale, inventando nuove funzioni.
Arbi, dal canto suo, ha deciso di adottare nuove strategie sostenibili che prevedono, entro 3 anni, una drastica riduzione dei materiali plastici, in grande anticipo rispetto ai termini imposti dalla Commissione Europea, che prevede entro il 2030 il termine ultimo per la totale riciclabilità degli imballaggi di plastica.
Ma non finisce qui: grazie alla collaborazione con gli Istituti di Biorobotica e Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, l’azienda ha dato vita al progetto Blue Resolution, che prevede la creazione di Silver II, un robot dotato di sensori per il riconoscimento dell’ambiente circostante e la rilevazione dell’orientamento. Il robottino avrà un braccio robotico in grado di interagire con l’ambiente e raccogliere i materiali di plastica dal fondale.
La particolarità di Silver II è data dal fatto che unisce materiali tradizionali a materiali innovativi, in grado di adattarsi in modo più naturale con l’ambiente circostante. Le materie elastiche, infatti, sono più efficaci per la locomozione: le “gambe” di Silver hanno infatti tre diversi grandi di libertà e una componente elastica ottima per la locomozione. L’obiettivo di Silver II è quello di esplorare il fondale marino, campionare e raccogliere le microplastiche per poterle, in seguito, analizzare.
Decisamente una buona iniziativa. Rimanete nelle vicinanze, a breve ci saranno novità…