Monitoraggio dei rifiuti marini nella spiaggia libera di Calambrone

Monitoraggio dei rifiuti marini nella spiaggia libera di Calambrone

Il Team di Blue Resolution non si ferma mai, neanche durante la stagione estiva. 

Per individuare strumenti efficaci in nuovi contesti di lavoro, questa volta, abbiamo preso come riferimento il tratto di costa compreso fra Marina di Pisa e Calafuria. Una zona caratterizzata da diverse morfologie – spiaggia, costa rocciosa, porti turistici – che richiedono differenti strategie di pulizia e campionamento. 

Per questo, a metà luglio, l’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna, sponsorizzato e sostenuto dall’azienda Arbi Dario Spa, ha avviato una campagna di monitoraggio e analisi dei rifiuti marini. Una survey finalizzata a comprendere meglio il fenomeno dei rifiuti marini nel nostro territorio, per poi sensibilizzare e coinvolgere gli stakeholder e tutta la comunità in attività concrete per la difesa dei nostri mari. 

L’Istituto di Ricerca ha deciso di adottare una metodologia che si ispira al Marine Debris Program della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), che si articola in tre differenti step:

1. Si individua un perimetro di circa 100 metri di spiaggia

2. Si scelgono transetti di 5 metri di lunghezza

3. Per ogni transetto si compila una scheda di raccolta dati, inserendo informazioni sulla spiaggia, sulle condizioni meteorologiche attuali e sui rifiuti individuati, classificandoli per tipologia di materiale.  

Questo metodo, finalizzato a una raccolta di informazioni e a una corretta analisi del problema, non ha comportato uno spostamento dei rifiuti, ma ha visto l’impegno in attività di analisi, campionamento fotografico e catalogazione dei detriti. 

Quali risultati sono emersi dal monitoraggio del litorale?

La campagna sulla spiaggia di Calambrone ha permesso di confrontare i risultati ottenuti nei tre transetti di costa, con un andamento molto simile per tutte le aree, dove prevale la presenza di rifiuti di plastica (oltre l’80%), seguita da metalli (5,9%), carta e cartone (5,9%), materiale tessile (4,2%), gomma (1,4%) e vetro (1,4%). 

Per visualizzare il report completo clicca qui