L’evoluzione dei Soft Robot

Siamo abituati a immaginare i robot come macchine dure, spesso metalliche, ma da alcuni anni la robotica ha intrapreso strade diverse, come robot morbidi con strutture gommose.
Un esempio noto a tutti è quello di Big Hero Six, il robot alimentato ad acqua protagonista dell’omonimo film.

Ma quali vantaggi offrono i cosiddetti robot soft? Secondo la Dott.ssa Cecilia Laschi, docente ordinario di Bioingegneria Industriale della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ci aspettiamo che i robot soft possano fare movimenti che gli esemplari tradizionali non riescono a compiere. Ad esempio, cambiare forma in corso d’opera, deformarsi in seguito al contatto con l’ambiente. Un comportamento molto simile a quello degli esseri viventi.

L’esempio principe è quello di Octopus, il robot polpo su cui Cecilia Laschi ha lavorato e che ha rappresentato forse una degli sviluppi più rilevanti e innovativi della robotica degli ultimi anni. Il progetto, centrato sullo studio del polpo, vedeva nell’animale l’esempio più lontano dai robot tradizionali, la sfida estrema per cambiare il paradigma della robotica. E così è stato, perché proprio da Octopus è nato il settore della robotica Robotica Soft che oggi, a distanza di quindici anni, rappresenta uno dei settori più importanti della robotica a livello internazionale.

Ma quali vantaggi possono portare nella vita di tutti i giorni dei robot in grado di deformarsi e modellarsi? Pensiamo a tutti quegli ambienti naturali in cui bisogna assumere posizioni diverse, come le cavità marine o terrestri, dove serve prestare soccorsi all’interno di spazi ristretti. Corpi flessibili, che sfruttano a proprio vantaggio il contatto con l’ambiente, per modellarsi, rigenerare la propria forma. Il polpo, ad esempio, ci ha insegnato che è possibile camminare sui fondali grazie al proprio tessuto morbido. Basta guardare Silver 2, il robot creato da Marcello Calisti, successore di Octopus, l’unico esemplare al mondo in grado di camminare sul fondale marino con estrema semplicità, applicando le proprie caratteristiche al servizio del progetto. Un’eccellenza a livello mondiale.

Possiamo quindi concludere affermando che la soft robotics non è solo una nuova frontiera di sviluppo tecnologico, ma un nuovo orizzonte per avvicinarsi alla robotica scardinando le convenzioni e sfruttando un enorme potenziale per la creazione di robot di ultima generazione in grado di sostenere l’uomo in ambienti naturali.